Vulcano Olympus Mons, Marte: Una visione fotogeologica e nuove intuizioni

Il vulcano Olympus Mons è probabilmente il vulcano extraterrestre più conosciuto. Nell’ultimo decennio è stata raccolta una selezione senza precedenti di immagini ad alta risoluzione con una risoluzione spaziale fino a 25 cm/pixel, e queste immagini permettono ora una dettagliata analisi morfologica dell’intero vulcano. La cima comprende una caldera annidata con sei fosse di collasso sovrapposte. Ci sono numerose creste rugose e graben sul pavimento della caldera, e i dati topografici indicano che la posizione di queste caratteristiche è controllata dalla subsidenza della porzione centrale del pavimento. L’esame delle pareti della caldera rivela numerosi strati interpretati come flussi di lava. Non esistono prove evidenti di siti di eruzione sui fianchi del vulcano; piuttosto, molte fonti di lava identificate in precedenza sembrano essere distacchi di flussi a monte, controllati da interruzioni locali di pendenza. Le sorgenti di queste eruzioni erano molto probabilmente all’interno della caldera sommitale, ma sono state rimosse dalla serie di sei grandi eventi di collasso che hanno prodotto la caldera di 60 × 80 km di diametro, che sono chiamati collettivamente “Olympus Paterae”. L’origine della scarpata basale che circonda il vulcano rimane enigmatica, ma è probabilmente legata all’origine dei materiali lobati circostanti chiamati collettivamente l’aureola di Olympus Mons. In alcuni punti, questa scarpata è > alta 5 km, ma l’altezza della parete posteriore varia da ∼1 km a ∼8 km rispetto al dato di Marte. L’ispezione di blocchi su scala chilometrica all’interno dell’aureola indica che questo materiale non è composto da flussi di lava, suggerendo che la base di Olympus Mons consiste di materiale frammentato paragonabile al materiale ialoclastite che forma la base dei vulcani hawaiani. Vengono discusse numerose caratteristiche aggiuntive su Olympus Mons, compresi due grandi crateri da impatto vicino alla cima del vulcano, depositi glaciali sui fianchi occidentali inferiori, canali e piccoli scudi intorno alla base del vulcano, e creste a nord della scarpata che possono essersi formate attraverso lo spostamento di picchi in materiali ricchi di ghiaccio. Il confronto con altri vulcani marziani può anche aiutare l’analisi di Olympus Mons; la morfologia della scarpata basale di Apollinaris Patera suggerisce che l’erosione del vento o dell’acqua può essere limitata alle quote più basse di Marte. Se i materiali basali di Olympus Mons sono non consolidati, allora Olympus Mons potrebbe essere stato simile ad Alba Mons o Tyrrhena Mons durante le prime fasi di crescita del vulcano. Alcuni vulcani basaltici sulla Terra possono servire come buoni analoghi per le caratteristiche viste su Olympus Mons; la cima del vulcano Masaya, Nicaragua, mostra caratteristiche simili a Olympus Patera alla caldera sommitale di Olympus Mons.

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