Chiamata la Decima Musa da Platone, Saffo fu una prolifica poetessa dell’antica Grecia. Ha innovato la forma della poesia attraverso la sua narrazione in prima persona (invece di scrivere dal punto di vista degli dei) e raffinando il metro lirico. I dettagli della vita di Saffo sono stati oscurati dalla leggenda e dalla mitologia, e la migliore fonte di informazioni è il Suidas, un lessico greco compilato nel X secolo.
Sappho nacque a Lesbo da una famiglia nobile. Visse la maggior parte della sua vita nella città di Mitilene, con l’eccezione del breve esilio della sua famiglia in Sicilia poco dopo il 600 a.C. Sposò un uomo ricco a Mitilene ed ebbero una figlia di nome Cleis. Saffo dirigeva anche un thiasos, o un’accademia di donne non sposate. Come si usava all’epoca, le famiglie ricche mandavano le loro figlie a vivere in queste scuole dove si insegnava loro le corrette grazie sociali, la composizione, il canto e la recitazione della poesia. Molte delle poesie di Saffo furono composte in questa comunità, e lei usò molte delle sue studentesse come soggetti.
La comunità di donne sull’isola di Lesbo spesso si riuniva per leggere poesie, eseguire musica, celebrare feste religiose femminili e accogliere collettivamente le prime mestruazioni delle loro figlie. Saffo stessa era esperta ed esperta di musica e danza e si divertiva ad intrecciare queste forme d’arte durante le esibizioni. Durante questo periodo della storia greca, l’omosessualità era accettata e le relazioni tra donne sull’isola erano comuni.
Durante l’arco della vita di Saffo, lo stile della poesia stava passando dalla forma epica – storie eroiche narrate dagli dei – a narrazioni più personali. Saffo fu una delle prime poetesse a scrivere poesie vivide ed emotive in prima persona. Il suo soggetto più comune era l’amore e le forti emozioni che generava, come la passione, la gelosia, l’affetto e l’odio. Le sue poesie venivano recitate accompagnate da una lira, che ne aumentava l’impatto emotivo.
Non solo l’argomento di Saffo era rivoluzionario, ma anche il suo uso della lingua cambiò la poesia. Scriveva solo nel dialetto locale, usando espressioni e parole comuni nelle sue poesie. Aveva uno stile grazioso ed elegante; il metro lirico che lei raffinò è ora chiamato metro saffico, un tipo di lirica che influenzò sia Ovidio che Catullo. (La forma è definita come una strofa di tre versi simili seguita da un verso composto da un dattilo seguito da uno spondeo o trochee.)
Forse l’opera più famosa di Saffo è la sua “Ode ad Afrodite”:
Infedele Afrodite dalla mente scintillante,
figlia di Zeus, che contorce le esche, ti prego
non rompere con duri dolori,
O signora, il mio cuore
ma vieni qui se mai prima
hai sentito la mia voce lontana
e ascoltando hai lasciato la
casa dorata di tuo padre e sei venuta,
seguendo la tua macchina. E ti hanno portato dei begli uccelli,
passeri veloci sulla terra nera
sbattendo le ali giù per il cielo
a mezz’aria-
arrivano. Ma tu, o benedetto,
sorridevi nel tuo volto senza morte
e chiedevi cosa (ora di nuovo) ho sofferto e perché
(ora di nuovo) sto gridando
e cosa voglio che accada più di tutto
nel mio cuore pazzo. Chi devo convincere (ora di nuovo)
a ricondurti nel suo amore? Chi, o
Sappho, ti fa torto?
Perché se fugge, presto ti inseguirà.
Se rifiuta i doni, piuttosto li darà.
Se non ama, presto amerà
anche senza volerlo.
Vieni a me ora: liberami dalle dure
cure e tutto ciò che il mio cuore desidera
realizzare, realizzare. Sii tu il mio alleato.
(Carson, If Not, Winter, 2-5)
Un’edizione in nove volumi della poesia di Saffo fu pubblicata nel III secolo a.C. Sebbene acclamati durante la sua vita, gli scritti di Saffo furono criticati e infine distrutti dalla chiesa dopo il IV secolo a causa delle loro immagini erotiche e lesbiche. I tentativi di far rivivere la sua poesia iniziarono nel Rinascimento e sono continuati nel corso della storia. Fino al 20° secolo, le traduzioni hanno spesso oscurato i temi lesbici nella sua opera. Le leggende e la mitologia che accompagnano la sua vita, così come la mancanza di resti testuali della sua poesia, hanno reso Saffo una figura misteriosa, forse meglio conosciuta per aver introdotto i termini “lesbica” e “saffica” nel vocabolario moderno.