Funghi conduttori

Lavoratori di piccole o medie dimensioni, senza occhi né ocelli, molto polimorfi, che costituiscono una serie di forme che possono essere raggruppate come maximae, o soldati, mediae e minimae. Nelle maximae la testa è molto grande e generalmente più larga davanti che dietro, le mandibole sono lunghe e strette, con un piccolo numero di denti sul bordo interno, il clipeo è molto corto e non segnato dal resto della testa da suture. Carine frontali molto corte, erette, vicine, che non nascondono le inserzioni delle antenne. Antenne corte, inserite molto vicino alla bocca, da 9 a 12 articolate, secondo la specie. Media più piccola, con testa molto più piccola e corta, ma quest’ultima non ristretta davanti; bordo anteriore del clipeo più o meno sporgente al centro sopra la bocca. Antenne come nelle maxima. Minima molto piccola, con il capo ristretto anteriormente e il bordo anteriore del clipeo fortemente sporgente al centro. Numero di articolazioni antennali ridotto, il minimo è sette. Sutura promesonotale distinta in tutte e tre le forme di lavoratore; sutura mesoepinotale obsoleta. Epinotum sempre inerme. Picciolo nodiforme; postpetiolo ristretto anteriormente, non separato o solo indistintamente dal primo segmento gastrico. Pigidio con impressione dorsale e terminante in tre punti. Tibie posteriori ciascuna con uno sperone pectinato.

Femmina molto più grande dell’operaio, dictidiforme, cioè senza ali, con addome lungo e voluminoso. Il capo ha i lobi occipitali rigonfi e arrotondati, separati da un solco longitudinale mediano. Occhi e ocelli assenti, come nelle operaie. Clito come nell’operaia maxima, o soldato. Mandibole strette, edentate. Antenne a 11 articolazioni (12 nel sottogenere Dichthadia). Torace segmentato, ma il mesonoto senza scuto e scutello differenziati; inserzioni alari vestigiali. Picciolo grande, i suoi angoli posteriori prolungati come punte smussate. Postpetiolo più corto del primo segmento gastrico, ma non seguito da una costrizione. Pigidio e ipopigio aperti o separati in modo da esporre alla vista l’ottavo paio di spiracoli addominali, il segmento anale e il pungiglione; il pigidio non è impresso; l’ipopigio supera notevolmente il pigidio e termina con due lobi o appendici.

Maschio molto grande, con occhi e ocelli molto grandi. Il clipeo è corto, prolungato all’indietro tra le carine frontali corte e divergenti. Mandibole edentate. Antenne a 13 articolazioni; scapo lungo un terzo o un quarto del funicolo che è filiforme. Zampe corte; femori appiattiti, tibie strette. Ali con pterostigma stretto e poco definito, posto vicino al terzo apicale; cella radiale allungata e aperta; una cella cubitale chiusa, di solito una nervatura ricorrente (due nel sottogenere Rhogmus e in alcune anomalie). Picciolo nodiforme o a forma di piattino, con la concavità rivolta verso il postpetiolo, quest’ultimo non separato dal gaster da una costrizione. Gaster lungo, cilindrico o a forma di clava. Pigidio arrotondato o spaccato sul bordo posteriore (Rhogmus fimbriatus). Armatura genitale voluminosa, completamente retrattile; lamina anulare stretta; stipi e volsella semplici; lacinie assenti; piastra subgenitale profondamente furcata.

Emery, che ha dedicato molti studi accurati ai Dorylinae, divide Dorylus in sei sottogeneri ( Dorylus , sensu stricto; Dichthadia , Gerstaecker; Anomma , Shuckard; Typhlopone Westwood ; Rhogmus Shuckard; Alaopone Emery) principalmente sul numero di articolazioni antennali e la struttura del pigidio nell’operaio, il numero di articolazioni antennali e la forma dell’ipopigio nella femmina, e la forma delle mandibole e del picciolo nel maschio. Il genere (Mappa 4) è presente in tutta l’Africa, l’India, l’Indocina, la regione malese e l’Indonesia (Borneo, Java, Sumatra e Celebes). Tutti i sottogeneri, tranne uno, e la maggior parte delle specie si trovano in Africa; in Asia ci sono meno di mezza dozzina di specie appartenenti ai sottogeneri Dichthadia, Typhlopone e Alaopone.

Nel ‘Genera Insectorum’ (Dorylinae, 1910, p. 7) Emery fa la seguente dichiarazione sull’etologia del genere Dorylus:A parte il sottogenere Anomma tutte le specie di Dorylus conducono una vita sotterranea e vengono alla superficie del suolo solo in occasioni eccezionali, come, ad esempio, durante le inondazioni o per accompagnare i maschi quando prendono il volo. Le loro società sono molto popolose. I soldati e gli operai fanno spedizioni sotterranee allo scopo di catturare insetti e altri piccoli animali, e sfruttano cumuli di letame, cadaveri e probabilmente anche i nidi di termiti. I maschi vengono alla luce di notte. La ricerca delle pesanti e voluminose femmine aptere è irta di difficoltà, tanto che sono rare nelle collezioni. Si può notare che in tutti gli esemplari finora descritti, ad eccezione della femmina di D. fimbriatus descritta da Brauns, mancano le articolazioni tarsali terminali. Ne deduco che le operaie le strappano durante le incursioni sotterranee, mentre trascinano la colossale regina con tutte le sue gambe attraverso le strette gallerie.

Mappa

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