William James (1842-1910) e il funzionalismo

William James.

Nel 1896, un giornale di Berlino nominò Wundt “Il Papa psicologico del vecchio mondo, e James “Il Papa psicologico del nuovo mondo”.

James iniziò come artista, poi proseguì gli studi di medicina. Si laureò nel 1864, poi andò in Germania, dove incontrò il pensiero di Wundt e quello di Helmholtz.
Divenne profondamente depresso, soprattutto perché la psicologia tedesca gli faceva pensare che non ci fosse libertà. Alla fine, un articolo di un filosofo francese di nome Renouvier lo aiutò. In questo articolo, trovò una definizione di libero arbitrio: “Il mantenimento di un pensiero quando potrei avere altri pensieri”. Questa definizione lo convinse che la libertà esisteva. Decise quindi di credere nel libero arbitrio, e di credere nella sua realtà individuale e nel suo potere creativo.

James diventa un pragmatico. Se un’idea funziona, allora è valida. Il criterio di verità sta nell’utilità di un’idea.
Di conseguenza, in alcune aree della psicologia, adotterà un approccio scientifico determinista, ma non darà per scontato che TUTTO negli esseri umani possa essere studiato in quel modo.
Così, per esempio, ha studiato l’esperienza religiosa, e ha scritto The Varieties of Religious Experience (1902), un lavoro che si basa su interviste qualitative e metodi di osservazione.
William James insegnò ad Harvard e scrisse Principi di psicologia nel 1878. È il primo testo di “introduzione alla psicologia”.

James fondò un laboratorio di psicologia nel 1875 (quattro anni prima di quello di Wundt del 1879), ma era soprattutto allo scopo di insegnare dimostrazioni.

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