L’Ultima Cena, chiamata anche Cena del Signore, nel Nuovo Testamento, l’ultimo pasto condiviso da Gesù e dai suoi discepoli in una stanza superiore a Gerusalemme, l’occasione dell’istituzione dell’Eucaristia. La storia dell’Ultima Cena nella notte prima della crocifissione di Cristo è riportata in quattro libri del Nuovo Testamento (Matteo 26:17-29; Marco 14:12-25; Luca 22:7-38; e I Corinzi 11:23-25). Le lettere di San Paolo Apostolo e gli Atti degli Apostoli dimostrano che i primi cristiani credevano che questa istituzione includesse un mandato per continuare la celebrazione come anticipazione in questa vita delle gioie del banchetto che sarebbe venuto nel regno di Dio.
I Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) e le prime tradizioni della chiesa affermano che l’Ultima Cena è avvenuta a Pasqua. Secondo il racconto biblico, Gesù mandò due dei suoi discepoli a preparare il pasto e si incontrò con tutti i discepoli nella stanza superiore. Disse loro che uno di loro lo avrebbe tradito. Dopo aver benedetto il pane e il vino e averli dati da mangiare e da bere, Gesù disse loro che erano il suo corpo e il suo sangue dell’Alleanza. Anche se il resoconto della crocifissione nel Vangelo secondo Giovanni indica che l’Ultima Cena non poteva essere un pasto pasquale, molti interpreti accettano il resoconto dato nei Vangeli sinottici.
Due aspetti dell’Ultima Cena sono stati tradizionalmente raffigurati nell’arte cristiana: La rivelazione di Cristo ai suoi Apostoli che uno di loro lo tradirà e la loro reazione a questo annuncio, e l’istituzione del sacramento dell’Eucaristia con la comunione degli Apostoli. L’arte cristiana primitiva (dal II al VI secolo circa) non ha sottolineato nessuno dei due aspetti dell’Ultima Cena escludendo l’altro, ma in seguito l’Oriente ha generalmente privilegiato le composizioni che sottolineano gli aspetti simbolici dell’evento, e l’Occidente quelle che sottolineano la narrazione.
Nell’arte paleocristiana la presenza di un pesce sulla tavola simboleggia l’istituzione dell’Eucarestia. Questo simbolo appare nelle rappresentazioni occidentali della comunione degli apostoli fino al XV secolo, quando un calice e un’ostia vengono sostituiti.