The Non-Importation Agreement – Full Text

Noi, sudditi fedelissimi di Sua Maestà, i delegati delle varie colonie del New Hampshire, Massachusetts Bay, Rhode island, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, le tre contee inferiori di Newcastle, Kent e Sussex nel Delaware, Maryland, Virginia, North Carolina e South Carolina, delegati a rappresentarli in un Congresso Continentale, tenutosi nella città di Filadelfia, il quinto giorno di settembre 1774, dichiarando la nostra fedeltà a Sua Maestà, il nostro affetto e la nostra considerazione per i nostri sudditi in Gran Bretagna e altrove, colpiti dalla più profonda ansia e dalle più allarmanti apprensioni per quelle rimostranze e sofferenze, con le quali i sudditi americani di Sua Maestà sono oppressi; e avendo preso sotto la nostra più seria considerazione lo stato dell’intero continente, scopriamo che l’attuale infelice situazione dei nostri affari è causata da un rovinoso sistema di amministrazione delle colonie, adottato dal ministero britannico intorno all’anno 1763, evidentemente calcolato per rendere schiave queste colonie e con esse l’impero britannico.

Nel perseguire questo sistema, vari atti del Parlamento sono stati approvati per aumentare le entrate in America; per privare i sudditi americani, in molti casi, del processo costituzionale da parte della giuria; esponendo le loro vite al pericolo, dirigendo un nuovo e illegale processo oltre i mari per i crimini che si presume siano stati commessi in America. E per perseguire lo stesso sistema, sono stati approvati diversi atti tardivi, crudeli e oppressivi riguardanti la città di Boston e la baia del Massachusetts, e anche un atto per estendere la provincia di Quebec, in modo da confinare con i confini occidentali di queste colonie, stabilendovi un governo arbitrario, e scoraggiando l’insediamento di sudditi britannici in quel paese così esteso; in tal modo, attraverso l’influenza dei principi civili e degli antichi pregiudizi, disporrà gli abitanti ad agire con ostilità contro le libere colonie protestanti, ogni volta che un malvagio ministero sceglierà di dirigerli.

Per ottenere la riparazione di queste avidità che minacciano la distruzione della vita, della libertà e della proprietà dei sudditi di Sua Maestà in Nord America, siamo del parere che un accordo di non importazione, non consumo e non esportazione, fedelmente rispettato, si dimostrerà la misura più rapida, efficace e pacifica. E, pertanto, a nome nostro e degli abitanti delle diverse colonie che rappresentiamo, concordiamo fermamente e ci associamo, sotto i sacri vincoli della virtù, dell’onore e dell’amore per il nostro paese, come segue:

1. A partire dal primo giorno di dicembre prossimo, non importeremo nell’America Britannica dalla Gran Bretagna o dall’Irlanda nessun bene, merce o servizio che sia stato esportato dalla Gran Bretagna o dall’Irlanda. Né, dopo quel giorno, importeremo tè delle Indie orientali da nessuna parte del mondo; né melasse, sciroppi, pannelli, caffè o pimento dalle piantagioni britanniche o dalla Dominica; né vini da Madera o dalle isole occidentali, né indaco straniero.

2. Non importeremo né acquisteremo alcuno schiavo importato dopo il primo giorno di dicembre prossimo; dopo di che, interromperemo completamente il commercio degli schiavi e non ne saremo coinvolti noi stessi, né noleggeremo le nostre navi, né venderemo i nostri prodotti o manufatti a coloro che ne sono coinvolti.

3. Poiché un accordo di non consumo, rigorosamente rispettato, sarà una garanzia efficace per l’osservanza della non importazione, noi, come sopra, concordiamo e ci associamo solennemente che da questo giorno non acquisteremo o utilizzeremo alcun tè importato per conto della Compagnia delle Indie Orientali, o alcun tè sul quale sia stato o debba essere pagato un dazio. E da e dopo il primo giorno di marzo prossimo, non acquisteremo o utilizzeremo nessuno di quei beni, articoli o merci che abbiamo concordato di non importare, che sapremo o avremo motivo di sospettare siano stati importati dopo il primo giorno di dicembre, tranne quelli che rientrano nelle regole e nelle indicazioni del 10° articolo qui di seguito menzionato.

4. Il sincero desiderio di non danneggiare i nostri sudditi in Gran Bretagna, in Irlanda o nelle Indie Occidentali ci induce a sospendere la non esportazione fino al 10 settembre 1775; a quel punto, se i suddetti atti e parti di atti del Parlamento britannico di seguito menzionati non saranno abrogati, non esporteremo direttamente o indirettamente alcuna merce o bene di qualsiasi tipo in Gran Bretagna, in Irlanda o nelle Indie Occidentali, ad eccezione del riso per l’Europa.

5. Coloro che sono commercianti e utilizzano il commercio britannico e irlandese daranno ordini, il più presto possibile, ai loro fattori, agenti e corrispondenti in Gran Bretagna e Irlanda di non spedire loro alcuna merce, con qualsiasi pretesto, perché non possono essere ricevuti in America; e se qualche mercante residente in Gran Bretagna o in Irlanda spedirà direttamente o indirettamente qualsiasi bene, mercanzia o merce per l’America al fine di rompere il suddetto accordo di non importazione o di contravvenire in qualsiasi modo allo stesso, se tale condotta indegna sarà ben attestata, dovrà essere resa pubblica; e, se lo stesso sarà fatto, non avremo da allora in poi alcun legame commerciale con tale mercante.

6. Che i proprietari di navi diano ordine positivo ai loro capitani o comandanti di non ricevere a bordo delle loro navi merci proibite dal suddetto accordo di non importazione, sotto pena di un immediato allontanamento dal loro servizio.

7. Faremo il possibile per migliorare la razza delle pecore e aumentarne il numero il più possibile; e a tal fine, le uccideremo il più raramente possibile, specialmente quelle del tipo più redditizio; né ne esporteremo alcuna nelle Indie occidentali o altrove; e quelli di noi che sono o possono diventare sovraccarichi di pecore, o possono convenientemente farne a meno, le cederanno ai nostri vicini, specialmente ai più poveri, a condizioni moderate.

8. Incoraggeremo, nelle nostre diverse stazioni, la frugalità, l’economia e l’industria, e promuoveremo l’agricoltura, le arti e le manifatture di questo paese, specialmente quella della lana; e scoraggeremo ogni specie di stravaganza e dissipazione, specialmente tutte le corse di cavalli, e tutti i tipi di gioco, i combattimenti di galli, le esibizioni di spettacoli, le commedie e altri divertimenti e intrattenimenti costosi. E alla morte di qualsiasi parente o amico, nessuno di noi, o nessuna delle nostre famiglie, si vestirà più a lutto di una crapa nera o di un nastro sul braccio o sul cappello per i signori, e di un nastro nero e di una collana per le signore, e smetteremo di dare guanti e sciarpe ai funerali.

9. Coloro che sono venditori di beni o merci non approfitteranno della scarsità di beni che può essere causata da questa associazione, ma venderanno gli stessi ai prezzi che siamo stati rispettivamente abituati a fare negli ultimi dodici mesi. E se un qualsiasi venditore di beni o merci venderà tali beni a condizioni più alte, o violerà o si allontanerà da questo accordo in qualsiasi modo o con qualsiasi espediente, nessuna persona dovrà o tratterà con tale persona, o con il suo fattore o agente, in qualsiasi momento successivo, per qualsiasi merce.

10. Nel caso in cui un mercante, un commerciante o un’altra persona importi qualsiasi bene o merce dopo il primo giorno di dicembre e prima del primo giorno di febbraio prossimo, lo stesso deve essere immediatamente, a scelta del proprietario, rispedito o consegnato al comitato del paese o della città in cui è stato importato, per essere conservato a rischio dell’importatore fino alla cessazione dell’accordo di non importazione o essere venduto sotto la direzione del suddetto comitato. E in quest’ultimo caso, il proprietario o i proprietari di tali merci saranno rimborsati con le vendite del primo costo e delle spese, mentre l’eventuale profitto sarà utilizzato per alleviare e impiegare gli abitanti poveri della città di Boston che sono immediatamente colpiti dalla legge sul porto di Boston; e un resoconto particolare di tutte le merci così restituite, immagazzinate o vendute sarà inserito nei documenti pubblici. E se ci sono beni o merci dopo il suddetto primo giorno di febbraio, gli stessi devono essere immediatamente rispediti indietro, senza rompere nessuno dei loro pacchetti.

11. Che in ogni contea, città e paese sia scelto un comitato da coloro che sono qualificati a votare per i rappresentanti nella legislatura, il cui compito sarà quello di osservare attentamente la condotta di tutte le persone che riguardano questa associazione. E quando sarà dimostrato, con soddisfazione della maggioranza di tale comitato, che una persona entro i limiti della loro nomina ha violato questa associazione, tale maggioranza farà immediatamente pubblicare la verità del caso nella gazzetta; al fine di far sì che tutti questi nemici dei diritti dell’America britannica siano pubblicamente conosciuti e universalmente considerati come nemici della libertà americana; e d’ora in poi interromperemo rispettivamente ogni rapporto con lui o lei.

12. Che il Comitato di Corrispondenza, nelle rispettive colonie, ispezioni frequentemente le entrate delle loro dogane, e si informi reciprocamente, di tanto in tanto, del loro reale stato, e di ogni altra circostanza materiale che possa verificarsi in relazione a questa associazione.

13. Che tutti i manufatti di questo paese siano venduti a prezzi ragionevoli, in modo che non si tragga indebito vantaggio da una futura scarsità di merci.

14. E siamo inoltre d’accordo e decidiamo che non avremo scambi, commerci, trattative o rapporti di alcun tipo con nessuna colonia o provincia del Nord America che non aderirà a questa associazione o che la violerà in futuro, ma li considereremo indegni dei diritti dei liberi cittadini e contrari alla libertà del loro paese.

E impegniamo solennemente noi stessi e i nostri elettori, in virtù dei suddetti vincoli, ad aderire a questa associazione fino a quando le varie leggi del Parlamento approvate dalla fine dell’ultima guerra non impongano o continuino a imporre dazi su tè, vino, melassa, sciroppi, pannelli, caffè, zucchero, pimento, indaco, carta straniera, vetro e colori per pittori importati in America, ed estendere i poteri dei tribunali dell’Ammiragliato oltre i loro antichi limiti, privare il suddito americano del processo con giuria, autorizzare il certificato del giudice ad indennizzare il procuratore dai danni che potrebbe altrimenti subire da un processo tra pari, richiedere una cauzione oppressiva da un richiedente di navi o beni sequestrati, prima che gli sia consentito di difendere la sua proprietà, sono abrogati.

E finché quella parte dell’atto…intitolata “Un atto per rendere più sicuri i cantieri, i magazzini, le navi, le munizioni e i depositi di Sua Maestà”, in base alla quale qualsiasi persona accusata di aver commesso uno dei reati ivi descritti, in America, può essere processata in qualsiasi contea del Regno, non sarà abrogata; e fino a quando i quattro atti, approvati nell’ultima sessione del Parlamento, vale a dire quello per fermare il porto e bloccare la baia di Boston; quello per modificare lo statuto e il governo della Baia del Massachusetts; quello intitolato “Un atto per una migliore amministrazione della giustizia, ecc.”e quello “per estendere i limiti di Quebec, ecc,”sono abrogati. E raccomandiamo alle convenzioni provinciali e ai comitati delle rispettive colonie di stabilire gli ulteriori regolamenti che riterranno opportuni per l’esecuzione di questa associazione.

L’associazione di cui sopra, decisa dal Congresso, è stata ordinata per essere sottoscritta dai vari membri; e di conseguenza, abbiamo apposto qui i nostri rispettivi nomi.

Al Congresso, Filadelfia, 20 ottobre 1774. Firmato,

PEYTON RANDOLPH, Presidente.

New Hampshire: John Sullivan, Nat. Folsom.

Massachusett’s Bay: Thomas Cushing, Samuel Adams, John Adams, Robert Treat Paine.

Rhode Island: Stephen Hopkins, Sam. Ward.

Connecticut: Eliphalet Dyer, Roger Sherman, Silas Deane.

New-York: Isaac Low, John Alsop, John Jay, James Duane, William Floyd, Henry Weisner, S. Boerum.

New Jersey: James Kinsey, William Livingston, Stephen Crane, Richard Smith.

Pennsylvania: Joseph Galloway, John Dickinson, Charles Humphreys, Thomas Mifflin, Edward Biddle, John Morton, George Ross.

Newcastle, Etc.: Caesar Rodney, Thomas McKean, George Read.

Maryland: Matthew Tilghman, Tho. Johnson, William Pace, Samuel Chase.

Virginia: Richard Henry Lee, George Washington, P. Henry, jun. Richard Bland, Benjamin Harrison, Edmund Pendleton.

Nord-Carolina: William Hooper, Joseph Hawes, R. Caswell.

Carolina del Sud: Henry Middleton, Tho. Lynch, Christopher Gadsden, John Ruttledge, Edward Rutledge.

Apparendo in un libro intitolato The Constitutions of the Several Independent States of America, stampato a Londra, 1783.

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