Psicologia individuale, corpo di teorie dello psichiatra austriaco Alfred Adler, il quale sosteneva che i motivi principali del pensiero e del comportamento umano sono la ricerca individuale dell’uomo di superiorità e potere, in parte per compensare il suo sentimento di inferiorità. Ogni individuo, in questa visione, è unico, e la sua struttura di personalità – incluso il suo obiettivo unico e i modi di lottare per esso – trova espressione nel suo stile di vita, essendo questo stile di vita il prodotto della sua propria creatività. Tuttavia, l’individuo non può essere considerato a parte della società; tutti i problemi importanti, compresi i problemi delle relazioni umane generali, dell’occupazione e dell’amore, sono sociali.
Questa teoria ha portato a spiegare la normalità e l’anormalità psicologica: anche se la persona normale con un interesse sociale ben sviluppato compenserà sforzandosi sul lato utile della vita (cioè, contribuendo al benessere comune e quindi aiutando a superare i comuni sentimenti di inferiorità), la persona nevroticamente disposta è caratterizzata da maggiori sentimenti di inferiorità, da un interesse sociale sottosviluppato e da un obiettivo esagerato e non cooperativo di superiorità; questi sintomi si manifestano come ansia e aggressività più o meno aperta. Di conseguenza, egli risolve i suoi problemi in modo egocentrico e privato (piuttosto che in modo centrato sul compito e sul senso comune), portando al fallimento. Tutte le forme di disadattamento condividono questa costellazione. La terapia consiste nel fornire al paziente una visione del suo stile di vita sbagliato attraverso il materiale fornito da lui nel colloquio psichiatrico.