San Giovanni Evangelista, fondato nell’anno 425 da Galla Placidia (2), ma interamente ricostruito più tardi, presenta, nel muro esterno della navata centrale, un ordine di piccole arcate cieche sostenute da esili pilastri che poggiano su una base leggera e continua. Sopra, un certo effetto decorativo è stato ricercato in una fila di piccoli archi pendenti. Troveremo questi motivi caratteristici dell’architettura in mattoni in questo periodo, e più tardi li troveremo sviluppati in varie forme di espressione per tutto il Medioevo.
Il Mausoleo di Galla Placidia, fondato da quella principessa e conosciuto originariamente come Santi Nazario e Celso, risalente al 440, è costruito con mattoni molto diversi per dimensioni, tra cui predominano quelli che corrono 8 x 30 x 15 cm. e altri, non standardizzati (3), che misurano 10 x 43 x 25 cm. La cupola (volta a vela) (4) sopra il vano centrale è costruita con mattoni disposti normalmente alla direzione della curva verticale, un processo di costruzione che vediamo qui applicato per la prima volta nella storia dell’edilizia. L’armatura della cupola e delle volte a botte, nei quattro bracci della croce, è costituita da anfore o vasi di terracotta di varie dimensioni, che seguivano la pendenza del tetto in modo da potervi posare sopra un po’ di malta tra le tegole. I timbri su queste tegole erano chiaramente visibili nei recenti restauri di questo famoso monumento.
Di particolare interesse è la decorazione esterna della cappella di San Pier Crisologo (433-449) che mostra piccoli archi pendenti, ognuno dei quali è sostenuto da una staffa di mattoni tagliati. Degne di nota sono le divisioni delle pareti, ornate da questi piccoli archi che sono separati in due e quattro da pilastri sostenuti da una base continua. La cornice è caratteristica di questo periodo.
Il Battistero di Neone (link italiano), noto anche come Battistero Ortodosso o San Giovanni in Fonte (449-458), rivela linee sobrie e dignitose. I semplici motivi delle finestre ad arco e delle arcate cieche sono molto efficaci. Il cornicione, …, consiste nella solita fila di mattoni a dente di sega, tra due corsi pari. Abbiamo qui il primo esempio di una cupola, nascosta all’esterno come in Galla Placidia, composta da file sovrapposte di piccoli tubi di terracotta invece uno nell’altro. Dello stesso periodo è l’interessante Battistero degli Aiani, poi l’Oratorio Santa Maria in Cosmedin. Si dice che in origine fosse la metà ottagonale di un bagno romano.
In Sant’Apollinare Nuovo, fondata dall’imperatore Teodorico come chiesa ariana verso il 520 e conosciuta come Sanctus Martinus in Coelo Aureo fino all’VIII secolo, c’è un certo tentativo di effetti decorativi negli archetti sporgenti sotto la gronda del muro della navata. Questo è un motivo che, sviluppato in una notevole espressione prospettica, può essere trovato due secoli dopo nel cosiddetto Palazzo Reale, o Reggia ad Calchis, costruito sulle rovine del Palazzo di Teodorico.
San Vitale, un edificio a cupola ottagonale, costruito 526-537 da Julianus Argentarius, fu iniziato sotto Teodorico e completato sotto Giustiniano. Nella sua “Storia dell’Architettura”, Fletcher afferma che fu modellato sulla cosiddetta Minerva Medica di Roma, un Ninfeo decagonale di epoca imperiale. I mattoni variano in spessore da 3,5 a 4,5 cm. e le altre dimensioni non sono conformi a nessuno standard, la lunghezza 34 x 51 cm. è comunque predominante. Dove sono stati richiesti nuovi mattoni per restauri, sono stati portati da Imola per soddisfare i requisiti di qualità. I giunti di malta variano da 2 a 5 cm. cioè a volte più larghi dello spessore del mattone. Il cornicione è composto da cinque corsi di mattoni, due dei quali sono disposti a dente di sega in alternanza con gli altri corsi. Il cornicione inferiore, che è interrotto dalla lunetta del portale del XV secolo e maschera la divisione dei due piani all’interno, consiste semplicemente di tre corsi di mattoni di cui quello centrale è a dente di sega.
I contrafforti agli angoli dell’ottagono principale che misurano 1,58 m. in larghezza per 1,25 m. in proiezione, sono degni di nota. Sono uniti per mezzo di archi di mattoni, nascosti dal tetto, ai pilastri della cupola. Le lesene intermedie, con una sporgenza di 32 cm. e una larghezza di circa 94 cm. Inoltre, un motivo nuovo nell’architettura ravennate può essere visto nelle due mensole a mensola alle estremità del timpano dell’abside. La cupola è costruita con giare di terracotta che formano una vera e propria spirale che si chiude alla sommità.
Il tamburo e i suoi collegamenti strutturali con la base ottagonale sono in mattoni e offrono soluzioni nuove e molto interessanti di problemi architettonici, … Il passaggio dall’angolo del muro alla curva della cupola è abilmente gestito da un arco a squinch sopra una rientranza.