L’Africa si sta lentamente dividendo in due – ma questa ‘crepa’ in Kenya ha poco a che fare con essa

I media globali sono stati in fermento di recente su una grande ‘crepa’ apparsa nella Rift Valley del Kenya. Molte di queste notizie hanno cercato di arrivare al fondo di ciò che ha causato questa caratteristica, con molti rapporti che hanno concluso che era la prova che il continente africano si sta attivamente dividendo in due. Tuttavia, molti articoli hanno citato commenti limitati di esperti, molti dei quali sono stati estrapolati dal contesto e si basavano su prove minime. Altri articoli si sono nutriti direttamente di rapporti precedenti, propagando voci non comprovate e perdendo di vista le fonti originali.

Crepa nella Rift Valley del Kenya's Rift Valley
I residenti guardano una voragine che si sospetta sia stata causata da un forte acquazzone lungo una faglia sotterranea. Fotografia: Thomas Mukoya/Reuters

Data la comparsa iniziale della crepa, le segnalazioni di terremoti che apparentemente si verificano nello stesso momento, e la sua posizione lungo un confine di placca tettonica di nuova formazione, è forse naturale pensare rapidamente che questo sia legato alla rottura, o “rifting”, dell’Africa. Dal momento che l’improvvisa apparizione della crepa può comprensibilmente influenzare la vita delle persone che vivono e lavorano nelle vicinanze, è importante che esaminiamo tutte le prove disponibili per scoprire la causa, e per evitare il panico ingiustificato.

In primo luogo, guardando le numerose immagini e video della caratteristica, è chiaro che non ha un’origine tettonica. I due lati della crepa non hanno lo stesso contorno, e, come quando si cerca di incastrare due pezzi di un puzzle, non si uniscono. Inoltre, la fessura non è completamente continua, con “ponti” di terra in mezzo. Non ci sono anche chiare scarpate e il terreno è piatto su entrambi i lati della crepa. Queste linee di prova dimostrano che la crepa si è formata da un’erosione improvvisa – non da un distacco (estensione) lungo faglie geologiche attive.

In secondo luogo, i rapporti di attività sismica sono infondati. Non ci sono stati rapporti ufficiali di terremoti da parte delle autorità in Kenya, e possiamo dire con certezza che nessun terremoto di dimensioni moderate o grandi si è verificato di recente. Con la capitale del Kenya, Nairobi, a meno di 50 km di distanza, anche piccoli terremoti sarebbero stati ampiamente sentiti. Anche così, dato che l’intera regione sta subendo una graduale estensione, è normale che occasionalmente si verifichino piccoli terremoti in tutta la regione, quindi la gente locale che sente delle scosse non suggerisce alcuna anomalia causale.

Eventi discreti di rifting e la graduale formazione di depressioni sono stati visti prima nella parte della East Africa Rift che continua verso nord attraverso l’Etiopia, causando forti (magnitudo 5+) terremoti, rilevati a migliaia di chilometri di distanza. Questi eventi sono stati causati dal movimento di rocce fuse calde in profondità nella crosta, note come intrusioni magmatiche, che formano una crosta nuova di zecca. Le intrusioni sono state anche catturate utilizzando misurazioni radar satellitari, che hanno mostrato la deformazione della crosta su ampie aree larghe decine di chilometri che circondano la crepa superficiale. Simili analisi preliminari che hanno cercato il movimento del terreno nella regione della nuova crepa in Kenya nelle ultime settimane non mostrano alcuna deformazione su larga scala. Questo risultato mostra che non c’è stato alcun movimento profondo del magma che ha permesso alla crepa di formarsi.

Viste le prove disponibili al momento, la spiegazione migliore e più semplice è che questa crepa si sia in realtà formata dall’erosione del terreno sotto la superficie a causa delle recenti piogge abbondanti in Kenya. Un ulteriore sguardo alle immagini ottiche satellitari indica che simili caratteristiche erosive possono essere viste altrove nella regione, suggerendo che questi eventi di flash flood hanno già causato erosione in precedenza. Questo è d’accordo con ciò che i geologi locali hanno detto e gli studi precedenti hanno concluso – l’acqua piovana ha lavato via strati profondi di cenere vulcanica sciolta depositata da precedenti eruzioni vulcaniche nella rift valley. Simili caratteristiche erosive sono state osservate prima in regioni tettonicamente stabili, come l’Arizona. Data questa conclusione, è meno drammatico riferirsi a questa caratteristica come a un burrone.

La posizione degli strati di cenere sciolta e la sottostante struttura a lungo termine dell’East Africa Rift possono aver giocato al meglio un ruolo molto tenue e indiretto nella formazione del burrone. Tuttavia, per una prova più autentica e probabilmente più spettacolare della lenta scissione dell’Africa – ad una velocità di meno di 1 cm/anno – possiamo guardare alle gigantesche scarpate e ai numerosi vulcani lungo la East Africa Rift, dalle recenti eruzioni del monte Nyiragongo nella Repubblica Democratica del Congo al lago di lava ribollente di Erta-Ale in Etiopia, che ha una colata lavica lunga 16 km. C’è molta ricerca scientifica in corso nel Rift dell’Africa orientale, con progetti come l’iniziativa britannica RiftVolc che probabilmente produrrà alcuni risultati interessanti nel prossimo futuro.

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