In un anno in cui i titoli dei giornali sono stati dominati dal conflitto intorno alle cose che ci rendono diversi – razza, classe, genere, politica e tutti gli altri marcatori di identità – i migliori libri di saggistica hanno fatto a pezzi quelle tensioni ed esplorato l’umanità sottostante. Alcuni autori hanno rivisitato figure storiche per chiedere come le loro prospettive sulla razza e la religione abbiano plasmato il mondo, nel bene e nel male. Altri hanno condiviso storie personali per sottolineare l’impatto di una società che mette in pericolo le persone a causa di realtà fuori dal loro controllo. Ma tutti questi titoli invitano a una maggiore consapevolezza ed empatia.
Qui, i migliori libri di saggistica del 2020. Leggete anche le liste del TIME dei 10 migliori libri di narrativa del 2020, dei 100 libri da leggere dell’anno e dei 10 migliori videogiochi dell’anno.
Solo noi, Claudia Rankine
L’autrice e poetessa Claudia Rankine sa quanto possano essere difficili le conversazioni sulla razza: sa che possono portare a risentimento, rabbia e incomprensioni ancora più profonde tra le persone. Ma lei prova lo stesso a farle ancora e ancora in Just Us: An American Conversation, che mescola saggio, storia e poesia e racconta una serie di dialoghi tra lei e i bianchi su una serie di argomenti spinosi, dall’azione affermativa al whitewashing della storia al legame tra biondezza e supremazia bianca. Rankine a volte finisce questi colloqui tremando di rabbia, cercando di trattenere le sue emozioni per non essere etichettata come una “donna nera arrabbiata”; altre volte, le sue controparti rivelano prospettive che non aveva considerato. Attraverso queste esaurienti (ed estenuanti) conversazioni, Rankine dimostra come gli americani di tutte le razze potrebbero iniziare a impegnarsi l’uno con l’altro con più onestà e grazia e, nel processo, colmare le lacune che in questi giorni possono sembrare più ampie che mai.
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Hitler: Downfall, Volker Ullrich
Non ci sarà mai un libro definitivo su una figura così complicata e malevola come Adolf Hitler, e, infatti, ogni anno porta un’orda di nuovi libri che cercano di capire l’ascesa del dittatore e del suo partito nazista. Ma la biografia in due volumi dello storico tedesco Volker Ullrich, il secondo dei quali, Hitler: Downfall, 1939-1945, è stata pubblicata quest’anno in un’acuta traduzione inglese da Jefferson Chase, si pone al di sopra dei suoi pari. È un libro epico che narra in vivido dettaglio come Hitler abbia raggiunto l’apice del suo potere in Germania e sull’orlo del trionfo mentre conquistava gran parte dell’Europa, per poi cadere in una lunga e sanguinosa spirale di sconfitta. Forse una delle intuizioni più chiare che Ullrich dà ai lettori è lo studio dell’amalgama di follia e narcisismo che ha spettacolarmente entusiasmato il suo paese e altre parti del mondo – finché non si è rivelato la sua rovina.
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Avere ed essere avuto, Eula Biss
In Avere ed essere avuto, la sua raccolta di saggi scattanti che riguardano il capitalismo e il privilegio, Eula Biss affronta i disagi che derivano dal vivere comodamente. All’inizio del libro, lei e suo marito hanno appena acquistato la loro prima casa, il che la porta a mettere in discussione il valore reale che assegna agli oggetti che sta pensando di comprare. Biss indaga su tutto, dai messaggi sui cataloghi IKEA (che, scopre, suggeriscono in modo inquietante che “consumatori” e “persone” non sono la stessa cosa) alle origini del Monopoli, valutando costantemente lo scopo di questi oggetti nella nostra vita. Attraverso la sua prosa precisa e poetica, Biss fa osservazioni sorprendenti sul funzionamento interno del capitalismo e su come questo informi le nostre prospettive sulla classe e sulla proprietà.
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Gli americani senza documenti, Karla Cornejo Villavicencio
Nel suo libro di debutto, Karla Cornejo Villavicencio si propone di ritrarre le sfumate e variegate realtà della vita degli americani senza documenti attraverso una miscela perfetta di interviste giornalistiche, narrazione narrativa e riflessione personale. Un beneficiario DACA, portato negli Stati Uniti dall’Ecuador dai suoi genitori all’età di 5 anni, Cornejo Villavicencio si avvicina alla sua scrittura con una coraggiosa onestà e precisione. Arriva a conoscere gli operai di New York City, che ancora soffrono gli effetti del lavoro di pulizia insidioso dopo l’11 settembre, e i pazienti di Miami che cercano opzioni alternative per le cure mediche perché non hanno accesso all’assicurazione sanitaria. La più grande forza del libro, finalista al National Book Award, sono i suoi molti personaggi: Villavicencio dipinge i suoi soggetti non con gli stereotipi così spesso forzati su di loro nella copertura mediatica e nel dibattito politico, ma invece nella loro piena individualità e umanità – a volte poco lusinghiera, a volte affermativa, ma sempre reale.
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Viaggi di Vesper, Helen Macdonald
Quando il mondo si è fermato quest’anno, molte persone si sono ritrovate a guardare fuori dalla finestra, sentendo il canto degli uccelli sostituire i clacson delle auto e guardando i germogli verdi emergere dal terreno ghiacciato. In un momento di oscurità, è stato un meraviglioso balsamo rivolgersi alla natura. E nella sua bella raccolta di saggi, Vesper Flights, Helen Macdonald ci mostra come osservare e comprendere meglio le scene intorno a noi ed entrare, per quanto brevemente, nei mondi degli altri esseri viventi, che siano storni sopra la testa o funghi ai nostri piedi. In prosa squisita, Vesper Flights afferma ulteriormente Macdonald come uno dei grandi scrittori di natura del nostro tempo e come una voce squillante di dolore contro le devastazioni del cambiamento climatico. Leggetela per essere affascinati, e leggetela come avvertimento.
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The Dead Are Arising, Les Payne e Tamara Payne
Cosa serve per diventare un rivoluzionario politico e un’icona culturale come Malcolm X? Per quasi 30 anni, il giornalista Les Payne, vincitore del premio Pulitzer, ha raccolto ricerche e condotto interviste originali sulla vita di Malcolm per cercare di rispondere a questa domanda. Purtroppo Payne è morto prima di poter finire il libro, ma sua figlia Tamara Payne, che ha aiutato come ricercatrice, ha completato la sua missione. Insieme, hanno scritto il libro essenziale per capire la forza che era Malcolm, con profonde intuizioni sulla sua infanzia, il suo percorso verso la Nation of Islam e il suo assassinio. In questa biografia travolgente, che ha vinto un National Book Award, i lettori vedono il ritratto completo di un uomo, sullo sfondo vivido di un’America lacerata dalla lotta per la giustizia razziale.
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Memorial Drive, Natasha Trethewey
Nelle prime pagine del libro di memorie della poetessa premio Pulitzer Natasha Trethewey, veniamo a conoscenza dell’omicidio di sua madre. In un prologo straziante, Trethewey riflette sul momento in cui, a 19 anni, ha visitato l’appartamento della madre il giorno dopo la sua morte. L’orribile trauma, e come lei lo ricorda, è al centro di Memorial Drive: A Daughter’s Memoir. Il libro è sia un ritratto agghiacciante di una madre alle prese con il razzismo e l’abuso che una sorprendente dissezione del linguaggio che usiamo per elaborare la memoria e la perdita. Nello spacchettare gli eventi che hanno portato alla tragica morte di sua madre, la voce della Trethewey è controllata ma potente. E anche se sappiamo come finisce la storia, la tensione nella sua narrazione non vacilla mai, rendendo la sua conclusione ancora più straziante.
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I draghi, il gigante, le donne, Wayétu Moore
A cinque anni, Wayétu Moore è consumato dai pensieri di sua madre, che sta studiando a New York City con una borsa di studio Fulbright. Il resto della famiglia è in Liberia, dove la promessa di una riunione è interrotta dall’emergere della guerra civile. Nel suo emozionante libro di memorie, Moore descrive il viaggio della sua famiglia che è costretta a fuggire a piedi dalla loro casa in cerca di sicurezza. Racconta la loro saga attraverso gli occhi della sua giovane se stessa, culminando in un esame immaginativo di come elaboriamo le difficoltà e la dislocazione. E non si ferma qui. Moore analizza la sua esperienza di vita in Texas, dove la sua famiglia approda, e poi si catapulta indietro nel tempo per scrivere dal punto di vista di sua madre come studente negli Stati Uniti. È una struttura innovativa ed efficace, resa possibile dall’abilità di Moore di catturare senza sforzo le molte voci della sua famiglia.
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Sentimenti minori, Cathy Park Hong
Seamlessly moving between cultural criticism and her own stories, la poetessa Cathy Park Hong analizza le sue esperienze come figlia americana di immigrati coreani nella sua raccolta di saggi, Minor Feelings: An Asian American Reckoning. Lei estrae sia le avversità personali che quelle collettive in una serie di narrazioni che pongono domande urgenti sull’impatto del razzismo contro gli asiatici americani. I saggi della Hong sono tanto impressionanti nella loro nitida sfumatura quanto nella loro ampiezza: scrive delle sue rivelazioni guardando lo stand-up di Richard Pryor, riflette su come tratta la lingua inglese nella sua poesia ed esplora lo spazio dato alle minoranze nella letteratura americana, tra gli altri argomenti. Spiegando l’indegnità e l’isolamento che può essere fatta sentire come asiatica americana – sentimenti troppo spesso liquidati come “minori” – Hong recupera il suo senso di sé e chiede compassione.
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Caste, Isabel Wilkerson
In un anno di tragedie senza fine per le persone in tutto il paese, ma soprattutto per i neri americani, l’autrice di The Warmth of Other Suns Isabel Wilkerson è tornata con un altro libro trasformativo sull’identità. Il prodotto di più di un decennio di ricerche e reportage, Caste: The Origins of Our Discontents è un lavoro elettrizzante che inquadra l’ingiustizia e l’iniquità negli Stati Uniti come un sistema di caste, non dissimile da quelli dell’India e della Germania nazista, con i neri americani nella posizione di minor potere. La giornalista vincitrice del premio Pulitzer combina un profondo studio della storia, interviste con esperti e persone comuni di tutto il mondo e storie franche ma commoventi della sua stessa vita per sviluppare una teoria avvincente dell’ingiustizia americana e dei ruoli che tutti noi giochiamo nel perpetuarla.
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