Edward Hopper, (nato il 22 luglio 1882, Nyack, N.Y., U.S.-morto il 15 maggio 1967, New York City), pittore americano le cui rappresentazioni realistiche di scene urbane quotidiane scioccano lo spettatore nel riconoscere l’estraneità dell’ambiente familiare. Influenzò fortemente la Pop Art e i pittori New Realist degli anni ’60 e ’70.
Hopper si formò inizialmente come illustratore, ma tra il 1901 e il 1906 studiò pittura sotto Robert Henri, membro di un gruppo di pittori chiamato Ashcan School. Hopper viaggiò in Europa tre volte tra il 1906 e il 1910, ma non fu toccato dal lavoro sperimentale che stava fiorendo in Francia e continuò per tutta la sua carriera a seguire il proprio corso artistico. Anche se espose dei dipinti nell’Armory Show del 1913, dedicò la maggior parte del suo tempo all’arte pubblicitaria e alle acqueforti illustrative fino al 1924. Poi cominciò a fare acquerelli come Model Reading (1925), così come dipinti ad olio. Come i pittori della Ashcan School, Hopper dipinse i luoghi comuni della vita urbana. Ma, a differenza dei loro dipinti vivaci e liberamente organizzati, i suoi House by the Railroad (1925) e Room in Brooklyn (1932) mostrano figure ferme e anonime e forme geometriche severe all’interno di composizioni istantanee che creano un ineluttabile senso di solitudine. Questo isolamento dei suoi soggetti è stato accentuato dall’uso caratteristico di Hopper della luce per isolare le persone e gli oggetti nello spazio, sia nella dura luce del mattino (Early Sunday Morning, 1930) che nella luce inquietante di un chiosco del caffè che dura tutta la notte (Nighthawks, 1942).
Lo stile maturo di Hopper era già formato dalla metà degli anni venti. Il suo sviluppo successivo mostra un costante affinamento della sua visione. Dipinti tardivi come Second-Story Sunlight (1960) sono caratterizzati da relazioni spaziali estremamente sottili e da una padronanza della luce ancora maggiore di quella riscontrabile nei suoi lavori degli anni venti.