Avrete notato che queste povere 5 linee del pentagramma non sono in grado di rappresentare l’intera gamma di note che esistono nelle ottave. Perciò, usiamo anche le linee del registro.
Queste linee non sono altro che la continuazione del registro; sono usate per rappresentare le note che vanno oltre i limiti inferiore e superiore. Vedi l’esempio:
Esempio di linee direttive
Quando vedi questi piccoli punti, prova a immaginare la figura qui sotto. Continua a contare le note come hai fatto sul pentagramma: ogni spazio o linea è una nota diversa.
C’è ancora un’altra risorsa per rappresentare note in ottave molto alte o molto basse. È il simbolo “8v”. Nello spartito si presenta così:
In questo spartito, il simbolo 8v era accompagnato dalla lettera “a”, che significa “sopra”. L’interpretazione non è difficile: la sezione evidenziata (Fa, Sol, Fa) deve essere suonata un’ottava sopra la posizione sul pentagramma. Se l’idea è di suonare un’ottava sotto, la lettera usata è 8vb.
Ottimo, finora ti sono state presentate tre risorse che registrano le note e le loro ottave: le chiavi, le linee del registro e il simbolo “8v”. Sul pianoforte, non c’è una regola su quando usare l’uno o l’altro. Sono usati a discrezione del musicista, poiché producono effetti identici. Vedi l’esempio qui sotto:
Nota: Anche se non ci sono regole, è sempre conveniente scrivere nel modo più “semplice” possibile, dopo tutto, gli spartiti esistono per aiutare i musicisti, non per complicargli la vita.
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