Carmina Burana, (latino: “Canti di Beuern”) cantata per orchestra, coro e voci soliste del compositore tedesco Carl Orff che ha debuttato nel 1937 a Francoforte sul Meno, Germania.
Orff trasse il suo testo da un manoscritto del XIII secolo contenente canzoni e drammi scritti in latino e tedesco medievale, che fu scoperto nel 1803 nel monastero bavarese di Benediktbeuern. Soprannominati i Carmina Burana (“Canti di Beuern”) dal filologo tedesco Johann Andreas Schmeller, i testi presentano una visione variegata della vita medievale, tra cui versi religiosi, satire sociali e canzoni oscene da bere.
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Anche se alcuni dei versi erano accompagnati da una notazione musicale arcaica, che confermava che erano effettivamente destinati ad essere cantati, quella notazione rimase in gran parte indecifrata, lasciando Orff libero di immaginare le proprie impostazioni musicali. Orff scelse 24 canzoni, che organizzò in un prologo, un epilogo e tre parti di lunghezza approssimativamente uguale. La prima parte, “Primo Vere”, presenta danze giovanili ed energiche; la seconda parte, “In Taberna”, evoca festeggiamenti e dissolutezze; e il corteggiamento e l’amore romantico sono il soggetto della terza parte, “Cour d’Amours”. In tutto, l’orchestrazione semplice, le melodie e le armonie si combinano con pesanti percussioni ritmiche per dare alla musica un carattere primordiale e viscerale.
La canzone più conosciuta dei Carmina Burana è “O Fortuna”, che serve sia come prologo che come epilogo. Incornicia la baldoria dei tre movimenti principali con un severo avvertimento sul potere della fortuna e del destino, offrendo l’antica immagine di una ruota della fortuna che distribuisce trionfi e disastri a caso. Le forti prime misure sono tra le dichiarazioni più grandiose di tutta la letteratura corale.