Mentre si laureava in legge e lavoro sociale, Alice Paul studiò a Londra e si unì al movimento radicale del suffragio britannico. Fu imprigionata diverse volte e tornò nel 1910 determinata a dare nuova vita alla lotta delle donne americane per il voto. La National American Women Suffrage Association (NAWSA), la vecchia organizzazione di Anthony e Stanton, era ancora concentrata sulle campagne stato per stato, ma Alice Paul preferì fare pressione sul Congresso per un emendamento alla Costituzione.
Lavorò prima all’interno della NAWSA e poi nelle sue organizzazioni rivali. Dimostrò presto la sua abilità politica, rubando le luci della ribalta all’inaugurazione di Woodrow Wilson con una gigantesca parata di suffragi. Quando Wilson si dimostrò lento nell’aiutare la causa del suffragio, Alice Paul adottò la strategia britannica di ritenere responsabile il partito al potere. Il suo gruppo, allora chiamato Congressional Union, fece campagna contro i democratici negli stati dove le donne già votavano. Alice Paul li guidò in tattiche militanti, compresi i picchetti alla Casa Bianca.
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, le tensioni crebbero e i picchetti furono alternativamente minacciati da folle ostili e gettati in prigione. Messa in isolamento in un reparto di psicopatici, Alice Paul fu nutrita a forza, ma il suo spirito rimase intatto. Negli anni ’20 il suo gruppo, ormai il National Woman’s Party, stabilì l’agenda del femminismo: il voto era stato conquistato, il prossimo obiettivo sarebbe stato un emendamento per la parità dei diritti.