Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è un disturbo del neurosviluppo di natura neurobiologica che ha origine nell’infanzia e colpisce per tutta la vita, caratterizzato dalla presenza di tre sintomi tipici:
- Deficit di attenzione.
- Impulsività.
- Iperattività motoria e/o vocale.
Sarà identificato come un disturbo quando questi sintomi o comportamenti risultanti sono osservati con frequenza e intensità molto maggiori che in bambini/adolescenti della stessa età e interferiscono con la vita quotidiana presenti in due o più contesti: a casa, a scuola o nel loro ambiente generale.
Si deve tener conto che non tutti i bambini con questo disturbo manifestano gli stessi sintomi e con la stessa intensità (può presentarsi come lieve, moderato o grave)
Nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), pubblicato dall’American Psychiatric Association nella sua ultima versione, che è stata pubblicata nel maggio 2013, si differenziano tre tipi di presentazioni di ADHD:
- Presentazione combinata
- Predominantemente disattento
- Predominantemente iperattivo/impulsivo
La caratteristica essenziale dell’ADHD è un modello persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività, più frequente e grave di quello osservato di solito in soggetti con un livello di sviluppo simile.
Secondo il DSM-5, per diagnosticare l’ADHD in una qualsiasi delle sue categorie:
- Alcuni dei sintomi che causano disturbi, erano presenti prima dei 12 anni.
- Alcuni disturbi che causano sintomi sono presenti in due o più ambienti (per esempio, casa e scuola).
- Ci deve essere una chiara evidenza di compromissione clinicamente significativa dell’attività sociale, accademica o professionale, cioè i sintomi interferiscono significativamente con la vita della persona.
- I sintomi non si verificano esclusivamente durante il corso della schizofrenia o di un altro disturbo psicotico e non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (ad esempio, disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo, disturbo di personalità, intossicazione o astinenza da sostanze).
Alcuni autori, evidenziano difficoltà con l’autocontrollo come centrale al disturbo. In questo senso, l’ADHD è descritto come un “deficit nell’inibire il comportamento prepotente” (Barkley 1995).
Primariamente, l’ADHD deve essere distinto dai comportamenti adeguati all’età nei bambini attivi, dal ritardo mentale, dalle situazioni di ambiente accademico non stimolante e dai soggetti con comportamento oppositivo provocatorio.